Non si sente spesso parlare di design pattern, soprattutto in italiano (e questo è uno dei motivi per cui esiste Nap&Tap), ma la loro funzione è fondamentale nella progettazione delle interfacce.

Un design pattern si può definire come un modello, una risposta ad un problema noto che si presenta ripetutamente. Vengono utilizzati su diversi livelli di progettazione e sono estremamente utili perché permettono di utilizzare schemi noti all’utente, che può solo concentrarsi sul raggiungimento del suo obiettivo.

Su Nap&Tap abbiamo deciso di seguire la divisione proposta da Alan Cooper in About Face 4, in cui vengono descritti come interaction design pattern, quindi non solo struttura delle informazioni ma anche descrizione del comportamento in relazione all’attività dell’utente.

Behavioral pattern 

Sono i pattern che risolvono i problemi di interazione e comportamento dei singoli elementi dell’interfaccia o di combinazioni di essi. Sono i primi pattern trattati su Nap&Tap perché descrivono le interazioni con elementi funzionali e con i dati, le strutture più piccole della progettazione.

Structural pattern 

Questi pattern rispondono ai problemi riguardanti la posizione delle informazioni e delle funzionalità all’interno di un sistema e consistono, ad esempio, in elementi raggruppati, tipi di viste, pannelli.

Postural pattern

I postural pattern descrivono l’atteggiamento che un prodotto digitale adotta rispetto all’utente e aiutano ad indirizzare la progettazione ad alto livello. Sono i modelli più complessi, descriviamo brevemente i principali nella nota dedicata alle posture.

 

In ottica di sviluppo del prodotto e tenendo in considerazione il contesto d’uso, le tecnologie e i bisogni degli utenti, potrebbe essere necessario discostarsi dalla struttura originale e adattare i pattern al sistema che si sta progettando.

La loro natura rimane quella di modelli, sta ad ognuno capire quali caratteristiche del design pattern mantenere e a quali, si spera non molte, rinunciare.